
I codici a barre sono ovunque: sulle bottiglie d’acqua, sui pacchetti di biscotti, sul dentifricio. Praticamente ogni prodotto industrializzato ha un codice a barre. Ma vi siete mai chiesti o sapete a cosa servono? Ve lo raccontiamo in questo articolo.
Codici barre 1D e 2D
In un codice a barre monodimensionale (1D), i dati sono rappresentati da linee parallele di diversa larghezza e spaziatura. I codici a barre bidimensionali (2D) utilizzano rettangoli, punti, esagoni e altri motivi geometrici, e sono anche chiamati codici a matrice. Ad esempio i codici QR sono un tipo specifico di codice a barre 2D che è diventato molto popolare.
A destra potete vedere l’immagine di un vero codice a barre che rappresenta un prodotto reale. Se guardate bene, vi accorgerete che le barre sottili e spesse sono simili ai punti e al trattino del codice Morse.
E in effetti, gli inventori dei codici a barre hanno basato la loro creazione proprio sul codice Morse.

A cosa servono?
Anzitutto, dovete sapere sono unici e univoci: un codice, un prodotto. Non troverete mai un codice cui siano associati due prodotti diversi. Un organismo internazionale di standardizzazione – GS1 (Global Standards 1 – https://www.gs1.eu/) – gestisce gli standard sui codici a barre.
Per semplificare, GS1 fornisce alle aziende che ne fanno richiesta i codici a barre da associare ai prodotti.
Facciamo una prova: andate su questo URL https://gs1it.org/servizi/gepir/search/gtin/ e cercate nel database GS1 questo codice a barre: 8018438000204. Lo dovete entrare nel campo Global Trade Item Number, confermare di non essere un robot, e cliccare sul pulsante Cerca.

Come vedete, i risultati della ricerca ci forniscono le informazioni sulla società che produce quel prodotto, ma ancora non sappiamo quale sia il prodotto reale! Infatti, GS1 fornisce le informazioni sul prefisso del paese e sul prefisso dell’azienda – in questo caso 8 è per l’Italia, 018438 per la Vitivinicola Alberto Loi Srl. I numeri seguenti, in questo caso 00020, sono codificati come interni all’azienda. Infine l’ultimo numero, 4, è un codice di controllo che viene calcolato dal software che crea il codice a barre, e viene utilizzato per verificare che il codice a barre sia valido.
Per spiegare meglio il concetto vi mostriamo una semplice immagine che vale più di tante parole:

Ma dove sono le informazioni sul prodotto? Il numero di lotto? La data di produzione?
Non nei codici a barre normalmente visualizzati sui prodotti. Come spiegato di seguito, queste informazioni possono essere aggiunte su codici a barre ad alta densità come EAN 128, utilizzando tag codificati. Di solito si trovano sulla confezione, per l’utilizzo da parte di distributori, compagnie di trasporto e rivenditori.
Quale codice a barre?
Se desiderate un codice a barre per la vostra azienda, dovrete acquistare tanti codici quanti sono i prodotti che producete, e potrete acquistarli dall’organizzazione GS1 del vostro paese d’origine.
GS1 offre diversi codici a barre, per usi diversi. In Europa, sono tutti basati sul tipo di codice a barre EAN.
EAN 13: composto da 13 cifre.
EAN 8: composto da 8 cifre, viene utilizzato al posto di EAN 13 quando lo spazio in etichetta è limitato.

Questi due codici a barre, EAN 13 e EAN 8 sono utilizzati per prodotti con peso fisso. Questi codici compongono il GTIN – Global Trade Item Number, utilizzato nei sistemi di vendita al dettaglio e di distribuzione.
Nel nostro software, NurTrack, diamo la possibilità all’utente non solo di inserire i codici a barre dei prodotti della sua azienda ma anche di inserire i codici a barre delle materie da lui acquistate per la produzione.
EAN 128 (o codice 128)
Come potete vedere, i codici EAN 128 sono codici compatti, e ad alta densità. Sono utilizzati nei settori della logistica e dei trasporti, per gli ordini delle merci e la loro distribuzione, per aiutare a rintracciare i prodotti dal luogo di produzione al punto vendita: GS1 SSCC – Serial Shipping Container Code.

Per consentire la codificazione di molte più informazioni rispetto ai codici più piccoli, il codice segue un formato specifico, utilizzando gli identificatori dell’applicazione GS1 (GS1 Application Identifiers). Nell’immagine del codice a barre EAN128, gli identificatori dell’applicazione GS1 sono i numeri tra parentesi. Un elenco completo di identificatori è disponibile nelle linee guida. Nella tabella vedete la spiegazione per quelli usati in questo codice a barre.
Identificatore dell’applicazione | È seguito da |
---|---|
(01) | il codice a barre |
(3103) | il peso in grammi |
GS1 offre anche il GS1 GLN – Global Location Number, che consente di indicare le informazioni sulla sede dell’azienda o su uffici diversi di quest’ultima. Questo codice a barre può essere rappresentato da EAN13 o EAN128 a seconda delle informazioni che deve rappresentare.
Altri tipi di codici a barre
Codici UPC
UPCA-A: composto da 12 cifre
UPC-E: composto da 6 cifre
Sono utilizzati principalmente negli Stati Uniti, ma anche nel Regno Unito, in Australia, in Nuova Zelanda e in alcuni altri paesi. Non sono molto comuni in Europa. Anch’essi fanno parte degli standard GS1.

Codice 39
Utilizzato per l’industria, consente di inserire sia cifre che caratteri. Contrassegna le singole parti che contribuiscono alla produzione. Non è distribuito da GS1.

ISSN e ISBN
Questi codici a barre sono utilizzati esclusivamente per prodotti editoriali come libri, giornali e riviste. Questi codici non sono distribuiti da GS1.

Provate anche voi
Anche voi potete provare a costruire diversi tipi di codici a barre, ecco un link utile per l’utilizzo di una demo di Barcode Writer.
Perchè sono nati?
Lo scopo di Norman Joseph Woodland e Bernard Silver, gli inventori del codice a barre, era di trovare un modo per leggere automaticamente le informazioni di un prodotto al momento dell’uscita dal luogo di produzione. Hanno brevettato la loro invenzione negli Stati Uniti nel 1952 (US Patent 2,612,994).
L’invenzione ha impianto 20 anni prima di avere successo commerciale, quando negli anni ’70 i codici a barre hanno iniziato ad essere utilizzati per automatizzare i sistemi di pagamento dei supermercati.
Che è dove li vediamo principalmente in uso, quando il cassiere esegue la scansione dei codici a barre dei prodotti che stiamo acquistando. Il programma collegato al lettore interagisce automaticamente con il programma di gestione dell’inventario del negozio.
Sono quindi molto utili nella gestione delle scorte e delle vendite nei negozi in quanto forniscono informazioni aggiornate e dettagliate, ad esempio la velocità con cui gli articoli vengono venduti, consentendo riordini rapidi e impedendo l’accumulo di inventario. Inoltre, analizzando i dati, è possibile prendere in considerazione gli effetti sulle vendite delle variazioni stagionali o delle campagne di merchandising.
Link utili
L’URL del sito GS1 europeo è https://www.gs1.eu. Cercate sulla mappa dell’UE il vostro paese e cliccate per accedere direttamente al sito web GS1 con tutte le informazioni e le guide nella vostra lingua.
Il sito GS1 Italia si trova a: https://gs1it.org. Di seguito qualche link specifico presente in questo sito:
Il sito Globale di GS1 (https://www.gs1.org) contiene altre informazioni in lingua inglese:
- Lo standard per i codici a barre GS1
- Le specifiche generali di GS1
- Le specifiche trasporti e logistica di GS1
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